venerdì 22 gennaio 2010

La religione buddista non da nessuna importanza al corpo fisico. Solitamente, per questo motivo, il corpo dei monaci viene o bruciato o fatto a pezzi e buttato agli avvoltoi. Una branca dei monaci ha però interpretato diversamente gli insegnamenti, per loro, il proprio corpo può essere usato, anche dopo la morte, come esempio di alta spiritualità per gli altri credenti.
Centinaia di monaci buddisti hanno provato su se stessi il dolorosissimo processo dell’automummificazione, ma solamente una ventina sono riusciti nel proprio intento. La procedura adottata più comunemente è formata da tre cicli di 1000 giorni l’uno, alla fine dei quali giunge la morte e la possibile incorruttibilità del corpo. Nella prima fase il monaco si nutre di piccole quantità di soba (grano saraceno), pasta e noci, nocciole, noce moscata raccolte dalla foresta circostante. Questo serve per ridurre la quantità di grasso presente nel corpo e, quindi, ridurre la quantità di materia che prima si decompone in un corpo morto. Nella seconda fase, sempre di 1000 giorni, il monaco mangia solo corteccia e radici di pino, in modo da diminuire la quantità di acqua presente nel corpo. Verso la fine dei secondi 1000 giorni, il monaco inizia a bere un te con all’interno succo di Urushi o alberi Varnish. Questa bevanda, altamente tossica (anche il solo respirarla può provocare rush cutanei), provoca vomito, sudore e frequente minzione. All’inizio della terza fase, il monaco si trova, quindi, altamente disidratato e intossicato. Questo permette la possibile eliminazione di microrganismi che possano corrompere il corpo e accellera la morte. A questo punto, il monaco passa alla terza fase. Pronto alla morte, viene chiuso in una cassa di legno e posizionato a tre metri di profondità nel terreno. Una canna di bambù gli fornisce l’aria e tramite una campanella segnalala agli altri monaci di essere ancora vivo. Quando la campanella non suona più per diverso tempo, il tubo per l’aria viene tolto e il tutto sigillato per tre anni e tre mesi. Durante il periodo di vita sotterranea, il monaco continua a mangiare radici e corteccia di pino e pregare stando nella posizione del loto. Allo scadere dei tre anni e tre mesi, il tunnel viene riscavato e vengono controllate le spoglie del monaco. Nel caso in cui non vi sia stata corruzione del cadavere, il corpo viene portato in superfice, messo in una teca di vetro e posizionato nel tempio, dove tutti potranno rendergli omaggio. In alcuni casi, al momento dello sfossamento, il corpo viene passato con strati di vernice protettiva che forniscono al cadavere un colorito molto scuro.


Fonte Articolo:
http://cjmathews.com/sokushinbutsu.html
http://www.excommunicate.net/buddhist-self-mummification-ritual

sabato 16 gennaio 2010


« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi... Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia............È tempo di morire. »

"Forse ho scoperto dove si cela il nostro Dio e da dove ha inizio la vita. Si cela dentro il Sole. O meglio, forse sono la stessa cosa. Dio e Vita... Dio è Vita... La Vita è Dio e con Dio.
Polvere siamo e polvere torneremo...polvere di stelle."

sabato 9 gennaio 2010


"La maggior parte delle persone stanno sopra al mondo e non nel mondo, non hanno nessuna simpatia conscia o relazione con nulla che li riguarda, indaffarati, separati, e rigidamente soli come marmi di pietra tagliata, che si toccano ma che stanno ben separati.
Perché l'uomo dovrebbe considerare sé stesso come qualcosa di più che una piccola parte di una grande unità di creazione? E di quale creatura tra tutte il Signore avrebbe fatta a meno per farne qualcosa di non essenziale alla completezza dell'unità del cosmo? L'universo sarebbe incompleto senza l'uomo; ma sarebbe incompleto anche senza la più piccola particella microscopica che si nasconde al nostro occhio concettuale e alla nostra conoscenza.
La grande rappresentazione di quello che vediamo è eterna. E' sempre l'alba da qualche parte, la rugiada non è mai completamente assorbita,una cascata dura per sempre, e il vapore si alzerà sempre, albe eterne, tramonti eterni, sui mari e sui continenti sulle isole, ognuno a sua volta mentre la terra rotonda gira.
In ogni passeggiata nella natura l'uomo riceve sempre molto di più di ciò che cerca.
Quando proviamo a tirare via qualcosa per se stessa ci rendiamo conto che era attaccata a qualcos'altro nell'universo."