giovedì 30 luglio 2009

IL BOSCO DELLO SCIAMANO

Mi fermo ai margini del bosco in sella al mio cavallo. Non ricordo più cosa c’è stato prima. Il paesaggio che si apre di fronte mi rapisce in modo tale da farmi dimenticare il percorso fatto fino ad ora. Sono ferma e assaporo la visione di quel fitto intrigo di rami e flora rigogliosa in questo caldo giorno di estate. Le forme e il colore delle foglie esaltano la magia della natura di quel luogo particolare del quale si narrano stupende leggende. La debole brezza estiva fa risuonare, tra i rami, una sorta di melodia che mi rapisce attraendomi. Resto ancora immobile in sella a pensare sul da farsi. Mi trovo esattamente dove finisce il campo di grano appena mietuto ed inizia il bosco chiamato, dagli abitanti del luogo, il bosco dello Sciamano.
In lontananza, all’interno della vegetazione, sento lo scorrere di un ruscello e davanti a me si apre un sentiero dentro un fitto sottobosco. Gli alberi secolari, con la loro imponenza, si stagliano a guardiani di tanta bellezza. Decido di inoltrarmi un poco. La mia curiosità mi attira a proseguire da sola nonostante i miei compagni di viaggio avessero imboccato una stradina polverosa che scende a destra del bosco che porta al paese. Li avrei raggiunti prima di sera. Con apprensione e indecisione incito il mio cavallo a percorrere il sentiero sentendo gli zoccoli calpestare l’erba e ogni tanto colpire un sasso o una radice producendo un rumore più forte. Il silenzio è irreale rotto solamente dal respiro del cavallo che si fa sempre più rapido mentre percorriamo il sentiero che si inerpica verso l’alto.
Il paesaggio è stupendo e nel contempo misterioso. I raggi del sole che filtrano attraverso gli alberi creano strisce visibili con la polvere che alza il procedere del mio cavallo. Sembra che Dio mi guardi. La curiosità non mi abbandona e ad ogni curva del sentiero sento il bisogno di proseguire per vedere oltre e sfidare così ,di fatto, l’ignoto. Fiori gialli e viola accompagnano il mio cammino ai lati del percorso mentre tutto intorno rumore di rami spezzati. Saranno forse caprioli.
Mi ritrovo immersa in una serenità mai provata prima. Tutti i miei timori, da abitante della città, sono scomparsi. Sento il pulsare della vita in quel luogo e mi sento facente parte. Sono sorridente e appagata. Il mio sguardo viaggia veloce in ogni direzione come per prendere energia dal bosco e mi stupisco ad ogni nuovo paesaggio. Nel caos naturale tutto è incredibilmente ordinato esattamente al suo posto. Vorrei che questi attimi fossero infiniti mentre il luogo continua a regalarmi nuove immagini di se dietro ogni curva.
All’improvviso il sole si oscura e si alza un forte vento che ulula tra i rami. Il cavallo si spaventa ed io con lui. Intimorita decido di proseguire rassicurando il destriero il quale non nasconde la sua inquietudine percependo, di certo, la mia. Il tempo sta velocemente cambiando ma proseguo ancora un poco e penso agli amici alla baita. Il vento si fa più freddo mentre lambisce le mie spalle scoperte e un fronte nuvoloso avanzava minaccioso. Vista la situazione meteorologica in netto peggioramento decido di tornare indietro ma sono ben presto raggiunta da nuvole basse che coprono, ovattando i suoni, tutto il bosco me compresa e il sentiero del mio ritorno. Mi sento protagonista, o forse prigioniera, di una favola. Tutto si trasforma in qualcosa di irreale dove ogni contorno perde consistenza in una nebbia sempre più fitta. Sto toccando una nuvola!! Che sensazione! La nuvola sta toccando me con la sua impalpabile consistenza e si posa sulle mie braccia nude. All’improvviso quel tocco impalpabile si trasforma in un tocco vero e reale, una mano mi sta accarezzando una spalla. Urlo con quanto fiato ho in gola. Anche il cavallo si spaventa nitrendo e s'impenna pericolosamente.
-“ Non avere paura, sei sempre la solita, lo sapevo che ti saresti persa”-
Mi volto di scatto e sgrano gli occhi. E' difficile riconoscere i contorni nella nebbia. Ma la voce mi sembra familiare. La sorpresa è tale che mi sento svenire. Per un attimo mi sento persa.
_”pa-pa-papà”!?!???....impossibile… sei tu????...cosa mi sta succedendo????...non ci credo!!!
_” Non avere paura amore…sono proprio io…
Il mio stupore è irrazionale, al limite della pazzia in quanto mio padre non c'è più, è deceduto qualche anno prima.
-“pa-pa-pa-papà!!!!!... scoppio a piangere singhiozzando così forte da fare fuggire il cavallo.
-“ Non avere paura. Sono venuto per aiutarti a ritrovare la retta via per il ritorno. In fondo cosa servono i padri se non per proteggere le proprie figlie”- “ e tu sin da piccola hai avuto bisogno di protezione”.-“ Sei la mia preferita e lo sai”-
Rimango senza parole a fissare quell’ombra nella nebbia sempre più fitta.
“-quante cose vorrei chiederti papà”- le dissi. –“non so da dove cominciare”-
“- Le risposte”- esclamò –“sono dentro di te”-“ cercale e finirai di tormentarti”- “Io sto bene dove sono”- “ho incontrato i tuoi nonni lassù e tutti i miei avi” “- Era quello che desideravo di più al mondo, riunirmi con le persone che ho amato ed ora sono sereno e in pace”-“E’ la natura ad avermi strappato da te come è natura questo magnifico bosco!…dobbiamo accettare tutto perchè tutto è stupendo!!!!”-
-“oh papà!!!”- dico cadendo in ginocchio –“forse non ti ho detto quanto ti ho amato”-
-“ Non preoccuparti tesoro mio! Io so quanto mi hai amato.-“ Ti ho amato anche io con tutto me stesso senza risparmiarmi mai”-
Poi aggiunse – “ Il nostro amore è così grande che non morirà mai”-
Io abbasso la testa e un fiume di lacrime bagna la mia maglietta. Sono scossa e tremante. Quando rialzo il volto la figura è sparita e con essa le nuvole. Un timido sole fa capolino tra le nuvole.

2 Commenti:

Anonymous anna2 ha detto...

-“ Non avere paura, sei sempre la solita, lo sapevo che ti saresti persa”-

Aiutami ad non affondare

tutto sembra spento

soffocato, ovatttato

le parole giungevano

estranee!
(anna 2 "Gabbiano")

9 novembre 2009 alle ore 15:29  
Blogger Lo ScIaMaNo ha detto...

anna,
segui il tuo animale guida perchè è lui a guidarti nelle scelte che la vita ti imporrà. Quando stai per fare qualcosa domandati -" Cosa farebbe un gabbiano in questa occasione?"-
Ricorda che un gabbiano è si vulnerabile ma sa volare. Anche per lunghe distanze ed è un abile cacciatore di pesci immergendosi nel mare.
Chi sa volare ha una opportunità in più di salvarsi.

Shaman Sadhu

12 novembre 2009 alle ore 21:28  

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