giovedì 25 febbraio 2010

ALENA

Alena,
imprimo il segno di una penna su una pergamena
prendo la parola che ho scritto
la capovolgo, la spezzo, la scompongo,
immagino che arrivi a te come creta e come pongo

La stessa parola poi, che in mare sarebbe balena
nel bosco è un ruscello, per un bimbo altalena,
che vive la gioia nell'intimo del lungo
futuro di vita, che rima non trovo

La parola nasce, vive, muore e a lei m'incatena
a volte scompare, a volte riappare nascosta in sottili ali di falena
parola che mai conoscerai nemmeno volendo
pregna di speranze che nel mondo ripongo

Alena,
Non liberare, per capire, il fiume della mente come in golena
parti dal dentro, spingi col cuore e con forza serena
vedendo che l'inizio e la fine sono lì, nel tuo profondo
come mani giunte che davanti al petto io piango.

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